REGISTRO STORICO ITALIANO R5 TURBO
LA STORIA E LE VERSIONI DELLA RENAULT 5
Dopo che la Renault 4CV venne rimpiazzata dalla Dauphine prima e dalla Renault 8 dopo, non vi era più una vera vettura di fascia bassa nei listini Renault. C'era la Renault 4, ma era un tipo particolare di vettura economica, caratterizzata da ingombri decisamente abbondanti per la bassa fascia che andava ad occupare. Mancava invece una vettura di fascia bassa e dagli ingombri ridotti, in grado di trovarsi a suo agio nel traffico cittadino. Fu così che nel 1968 fu avviato il Progetto 122, destinato a dar vita ad una piccola vettura dai costi di esercizio ridotti. Visto il successo della R4 e la collaudata bontà del suo progetto, fu utilizzato lo stesso telaio anche per il Progetto 122. Il disegno della carrozzeria fu affidato alle mani di Michele Boué, e pochi mesi dopo l'inizio dei progetti cominciarono a circolare le foto dei primi prototipi, che già rendevano l'idea della vettura definitiva: se il progetto, nelle sue grandi linee non rivelava niente di rivoluzionario, in realtà celava una caratteristica nascosta che consisteva nel poter avere una vettura versatile e di un certo margine di versatilità di impiego, pur rimanendo più piccola della R4 o della R6. La vettura definitiva fu presentata il 28 gennaio del 1972 e per le sue dimensioni ridotte doveva confrontarsi non solo con le sue dirette rivali (come la Peugeot 104 e la Fiat 127), ma anche con vetture leggermente più piccole come la Citroën LN e successivamente negli anni '80, con la Fiat Panda. La R5 fece scalpore per il fatto che in poco più di tre metri e mezzo di lunghezza vi era un concentrato di soluzioni assai valide. Prima di tutto, per quanto riguardava il fattore sicurezza, la R5 era dotata di frontale deformabile, così da assorbire l'urto in caso di incidente e lasciare intatta la zona dell'abitacolo. Quanto ai paraurti stessi, erano in plastica, un'anteprima assoluta in Europa. Altro elemento caratterizzante della R5 era la grande abitabilità interna in rapporto alle dimensioni della vettura, aspetto reso possibile anche dal passo, decisamente lungo rispetto agli ingombri totali della R5. Per queste caratteristiche, unite alla linea moderna e molto piacevole, al prezzo di listino concorrenziale ed ai costi di esercizio contenuti, la R5 riscosse da subito un gran successo. All'inizio erano disponibili solo due versioni: la L e la TL. Entrambi i modelli avevano in dotazione il divanetto posteriore ribaltabile, paraurti grigi, portiere controvento, maniglie di appiglio posteriori e la leva del cambio montata sulla plancia. L'allestimento TL, più ricco, offriva in dotazione lo specchietto di cortesia per il passeggero anteriore, tre posacenere (uno sotto al bracciolo della portiera lato passeggero e altri due nella parte posteriore), i due sedili anteriori reclinabili separatamente, maniglie di appiglio anteriori, e tre tasche portaoggetti. Meccanicamente montavano due unità motrici derivate direttamente da quelle impiegate sulla R4 e sulla R6, un 782cc per la versione L, ed un 956cc per la TL. Da quel punto in poi, gli aggiornamenti sia meccanici che di allestimento furono talmente numerosi da rendere necessaria di seguito una completa cronologia che descrive i vari aggiornamenti anno per anno.
Vengono introdotte le versioni a cinque porte della TL, GTL e Automatic. La novità era rappresentata dalla versione GTL che non era mai stata importata prima in Italia e che montava un inedito motore 1108cc con accorgimenti mirati alla riduzione del consumo di carburante. L'intera gamma Renault 5 subisce un importante modifica degli interni il nuovo e moderno cruscotto incorporava un nuovo quadro strumenti ed una nuova consolle centrale di nuovo disegno anche il volante ed i sedili, che sulla GTL, TS, Automatic e Alpine erano anatomici con appoggiatesta di serie. Da questo anno la Renault con cadenza annuale, aggiornava e modificava La 5 rendendola sempre competitiva.
Viene presentata la R5 TURBO con motore posteriore utilizzata in gran parte per un uso agonistico.
La GTL ha di serie il cambio a cinque marce ed il paraurti anteriore con spoiler e sulla 5 base vengono montati freni a disco anteriori(prima erano a tamburo).
Sulle GTL Automatic e TS viene montato un orologio digitale al posto di quello analogico.
Tra i tanti motivi che hanno decretato l'enorme successo della Renault 5, uno è senza dubbio legato alla piacevolezza della sua linea, rimasta attuale per molti anni fino al momento del suo pensionamento definitivo. Nella prima serie, il frontale era liscio, con la calandra sottolineata da una sottile presa d'aria per il raffreddamento del motore. Ai lati di quest'ultima campeggiavano i fari trapezoidali, rimasti pressoché immutati anche nella successiva Supercinque. Unica eccezione erano le R5 destinate al mercato statunitense, in cui i fari anteriori erano circolari e facevano assomigliare la R5 alla AMC Pacer, una vettura americana prodotta proprio in quegli anni. Osservando la fiancata balza all'occhio la lunghezza del passo, tale da minimizzare addirittura gli sbalzi anteriore e posteriore, e garantire un'abitabilità ottimale all'interno della vettura. Un altro piccolo particolare che caratterizzava le fiancate era costituito dalle maniglie porta, non a vista ma nascoste, il che donava pulizia all'intero disegno della fiancata stessa. Le versioni a cinque porte, però, avevano comunque le maniglie a vista. La coda è forse la parte più originale, con i suoi fari a sviluppo verticale, una rarità all'epoca su una vettura di piccole dimensioni. Tale soluzione avrebbe raccolto numerosi consensi e sarebbe stata utilizzata a partire dall'inizio degli anni '90 da diversi costruttori per le loro utilitarie. Sulla prima serie, tali gruppi ottici erano sporgenti, mentre nella seconda serie erano a filo con la carrozzeria e rendevano più pulito anche il disegno della coda.
Come già accennato, la R5 condivideva il telaio e anche gran parte della meccanica con la R4 e le sue derivate. Vi si trova quindi meccanica e motorizzazioni già ampiamente collaudate con successo, e praticamente poco o niente di rivoluzionario, ma con la miglioria derivante dal fatto che si tratta in questo caso di una vettura dagli ingombri più ridotti e quindi più leggera, in grado pertanto di migliorare le prestazioni dei piccoli propulsori che la equipaggiavano. Si tratta in tutti i casi di motori a 4 cilindri, che nel corso degli anni hanno subito evoluzioni, in certi casi anche di rilievo. La trazione era anteriore. Azzeccata è stata la soluzione adottata per le sospensioni anteriori, a ruote indipendenti nell'intera gamma, in modo da assorbire nel modo più ottimale le asperità del terreno. Per il retrotreno si è invece optato per le barre di torsione. La gamma motoristica della R5 era imparentata con la gamma motoristica della R4, specie se si osserva la distribuzione, ancora ad asse a camme laterale, soluzione già superata all'epoca, ma necessaria per contenere i costi di produzione e quindi anche il prezzo di listino finale. Il cambio, in genere era manuale a 4 marce, ma è esistita anche una versione automatica a tre marce, mentre negli ultimi anni della prima serie, fu proposto il cambio manuale a 5 marce sulle versioni di punta. L'impianto frenante era in genere di tipo misto, cioè con dischi anteriori e tamburi posteriori, ma sulle L erano previsti solo tamburi, mentre sulle Alpine Turbo furono montati solo dischi. Ecco di seguito una tabella con le caratteristiche meccaniche delle varie versioni della R5 prima serie, tutte con motore a benzina:
Modello | Periodo produzione |
Motore | Cilindrata cc |
Potenza CV DIN |
Coppia kgm DIN |
Velocità Massima km/h |
Rapporto peso-potenza |
Cambio n°marce | Freni ant./post. |
---|---|---|---|---|---|---|---|---|---|
5 L | 1972-76 | R1220 | 782 | 36 a 5200 giri/min | 120 | 20.28 kg/CV | 4 | tamburo tamburo |
|
5 L | 1977-84 | R1221 | 845 | 37 a 5500 giri/min. | 5.9 a 2500 giri/min. | 126 | 19.73 kg/CV | 4 | tamburo tamburo |
5 Lauréate L | 1985 | R1222 | 956 | 44 a 5500 giri/min | 6.5 a 3500 giri/min | 136 | 17.61 kg/CV | 4 | disco tamburo |
5 TL | 1972-79 | R1222 R1392 |
956 | 47 a 5500 giri/min | 6.5 a 3000 giri/min | 135 | 16.7 kg/CV | 4 | disco tamburo |
5 TL | 1980-84 | R1227 R1397 |
1108 | 45 a 4400 giri/min | 8.7 a 2000 giri/min | 137 | 16.71 kg/CV | 4 | disco tamburo |
5 Lauréate TL | 1985 | R1397 | 1108 | 45 a 4400 giri/min | 8.7 a 2000 giri/min | 137 | 16.56 kg/CV | 4 | disco tamburo |
5 GTL | 1976-79 | R1225 R1395 |
1289 | 42 a 5000 giri/min | 8.6 a 2000 giri/min | 136 km/h | 17.74 kg/CV | 4 | disco tamburo |
5 GTL | 1980-84 | R1227 R1397 |
1108 | 45 a 4400 giri/min | 8.7 a 2000 giri/min | 137 | 16.71 kg/CV | 4 | disco tamburo |
5 Lauréate GTL | 1985 | R1397 | 1108 | 45 a 4400 giri/min | 8.7 a 2000 giri/min | 137 | 17.44 kg/CV | 5 | disco tamburo |
5 LS | 1974-75 | R1224 | 1289 | 64 a 6000 giri/min | 9.6 a 3500 giri/min | 155 | 12.03 kg/CV | 4 | disco tamburo |
5 TS | 1975-81 | R1224 | 1289 | 64 a 6000 giri/min | 9.6 a 3500 giri/min | 151 | 12.5 kg/CV | 4 | disco tamburo |
5 TS 5 TX |
1982-84 | R1229 | 1397 | 63 a 5250 giri/min | 10.5 a 3000 giri/min | 154 | 13.02 kg/CV | 5 | disco tamburo |
5 Alpine | 1976-81 | R1223 | 1397 | 93 a 6400 giri/min | 11.8 a 4000 giri/min | 175 | 9.14 kg/CV | 5 | disco tamburo |
5 Alpine Turbo | 1982-85 | R122B | 1397 | 110 a 6000 giri/min | 15.2 a 4000 giri/min | 186 | 7.91 kg/CV | 5 | disco disco |
5 Automatic | 1978-81 | R1225 R1395 |
1289 | 55 a 5750 giri/min | 9.6 a 2500 giri/min | 140 | 14.73 kg/CV | aut. 3 | disco tamburo |
5 Automatic 5 TX auto |
1982-84 | R1229 R1399 |
1397 | 58.5 a 5250 giri/min | 10.3 a 3000 giri/min. | 142 | 14.02 kg/CV | aut. 3 | disco tamburo |
Anche per la Alpine Turbo fu prevista l'edizione finale Lauréate, che meccanicamente possedeva caratteristiche identiche.
Un discorso a parte meritano le tre principali versioni sportive della R5, per le loro impostazioni tecniche che arrivarono a distanziarsi di parecchio dagli standard tecnici presenti sulle altre R5 e Supercinque. La prima in ordine cronologico fu la Alpine. Essa montava un 4 cilindri da 1397 raffreddato ad acqua, lo stesso motore utilizzato sulle R5 TX e TS, ma rivisto in profondità, in modo da arrivare ad erogare 93 CV a 6400 giri/min, in luogo dei 63 CV erogabili sulle due versioni più tranquille. Tale motore era dotato di testata emisferica in alluminio, e riusciva ad erogare una maggior potenza grazie ad interventi come l'aumento del rapporto di compressione e l'adozione di un carburatore invertito doppio corpo Weber. Con tali rivisitazioni, anche la coppia motrice aumentò in maniera considerevole, arrivando ad 11.8 kgm di picco massimo a 4000 giri/min. La distribuzione era del vecchio tipo ad asse a camme laterale mosso da catena, e distribuzione ad aste e bilancieri. L'impianto frenante era di tipo misto, cioè con dischi anteriori da 228 mm anteriormente e con tamburi al retrotreno. I cerchi erano da 13 pollici, dimensioni ridotte che permettevano alla Alpine uno scatto bruciante, tale da coprire in circa 9 secondi l'accelerazione da 0 a 100 km/h da garantirle un allungo di 175 km/h, considerevole all'epoca per una piccola vettura pepata.
Ancor più bruciante era lo scatto della Alpine Turbo, la versione che nel 1982 andò a sostituire la Alpine aspirata descritta finora e che per le sue prestazioni si avvalse dell'adozione di un turbocompressore Garrett T3 (senza intercooler), grazie al quale la potenza massima salì fino a 110 CV a 6000 giri/min, mentre la coppia massima crebbe da 11.8 a 15.2 kgm a 4000 giri/min. A causa di tali prestazioni, anche l'impianto frenante dovette essere adeguato e furono pertanto montati i dischi anche posteriormente. Grazie a tale propulsore, la Alpine Turbo raggiungeva una velocità massima di 185 km/h, scattando da 0 a 100 km/h in soli 7.5 secondi.
Ma già nel 1980, la Casa francese realizzò un vero mostro da rally: la R5 Turbo, che tanta fama avrebbe acquisito negli anni a venire. Per la realizzazione della R5 Turbo si ripartì da zero, riprogettandola come se si trattasse di una nuova vettura. Ed effettivamente la R5 Turbo aveva ben poco a che spartire con qualunque altra R5 prodotta, comprese le Alpine e le Alpine Turbo. Tanta diversità derivava in primo luogo dallo schema meccanico, completamente stravolto. La R5 Turbo infatti non montava più il motore in posizione anteriore longitudinale, ma in posizione posteriore centrale, con trazione posteriore. Tale scelta finì per costringere i progettisti a rinunciare al divanetto posteriore. La R5 Turbo risultò quindi omologata per due persone. L'unità motrice utilizzata era il solito 4 cilindri da 1397 cc già montato sulla Alpine e sulle TS e TX, ma rivisto in maniera molto profonda dalla Alpine di Dieppe, che aveva già firmato le notevoli prestazioni delle R5 Alpine. Oltre alla sovralimentazione e a numerose altre migliorie viene introdotto anche uno scambiatore di calore (intercooler) in grado di far respirare meglio il motore, soggetto in questo caso a terribili sollecitazioni termiche. L'alimentazione vide la rinuncia al carburatore in favore dell'iniezione elettronica K-Jetronic. Alla fine, tale unità motrice arrivò a sviluppare ben 160 CV a 6500 giri/min e una coppia motrice di 21.4 kgm a 3250 giri/min. L'impianto frenante si avvalse di dischi ventilati sui due assi. La R5 si riconosce a colpo d'occhio per i mostruosi allargamenti dei parafanghi, soluzione necessaria per ospitare sia sospensioni più robuste, sia gli pneumatici maggiorati pensati per poter scaricare su strada la grande potenza e la grande coppia motrice di cui il propulsore era capace. La R5 Turbo era capace di raggiungere una velocità massima di oltre 200 km/h, scattando da 0 a 100 km/h in soli 6.5 secondi. Nel 1982 fu introdotta la Turbo 2, con alcune migliorie volte a rendere più affidabile la meccanica e volte ad abbassare il prezzo di listino, che sulla Turbo 1 era troppo elevato, senza tuttavia compromettere le prestazioni, che rimasero superlative.
Come per tante vetture, anche di altre marche e modelli, la R5 fu proposta in alcune edizioni speciali a tiratura limitata:
il motore era quello di 850 cc montato sulla Renault 5 base.
La gamma LeCar era la Laureate italiana con allestimenti decisamente più ricchi rispetto alle classiche versioni "5" "TL" e "GTL" che sostituiva in listino La LeCar era proposta nelle versioni "LeCar L", "LeCar TL" e "LeCar GTL". Una altra versione LeCar fu commercializzata anche nel 1978 montava il motore 1300 della LS.
L'intera gamma LeCar era disponibile nei nuovi colori pastello:Bianco; Rosso Mattone; beige sabbia, e nei colori metallizzati: Argento; grigio cenere.E con nuovo tessuto che rivestiva i sedili, disponibile in: grigio e beige entrambi i rivestimenti portavano ai contorni dei sedili una sottile riga arancione.
In Italia fu prodotta in tre colori il classico bordeaux della Parisienne fu affiancato dal bianco e dal blu, con strisce sulle fiancate rispettivamente di colore oro sulla bordeaux, rosso rame sulla bianca e argento sulla blu.
La R5 poté vantare una intensa attività agonistica, grazie soprattutto alla sua versione di punta, la R5 Turbo, che venne impiegata nell'ambito delle gare già fin da prima dell'omologazione su strada. La prima gara ufficiale della R5 Turbo è infatti il Giro d'Italia, datato 20 ottobre 1979. La produzione ufficiale delle versioni stradali sarebbe cominciata solo l'anno seguente. Tra le principali manifestazioni sportive alle quali la R5 Turbo partecipò, spesso con grandi successi, vi furono:
Ma innumerevoli furono anche gli altri suoi successi su pista e sterrato. Nel 1984 fu presentata anche la R5 Turbo Maxi, così denominata per i suoi parafanghi ulteriormente allargati rispetto ai già enormi parafanghi della R5 Turbo di serie.